Una sciarpa azzurra. Morbida, calda, elegante, perfino allegra, ma soprattutto, per definizione un “accessorio” , e dunque non essendo capo portante e necessario, interpretabile come piccolo lusso. È lì forse, in una sciarpa avuta in dono a Natale, la chiave per comprendere il segreto della vita – e dell’arte – di Tina Modotti, lavoratrice indefessa, provata ma mai piegata dall’esistenza, appassionata di tutto ciò che la condizione sociale e di genere le aveva negato.
Si apre così, con un ricordo familiare, il libro Tina Modotti hermana di Valeria Arnaldi, appena pubblicato da Bizzarro/Red Star Press, che, attraverso documenti, fotografie e testimonianze dell’epoca, ricostruisce la vita, anzi le molteplici vite, della Modotti appunto, icona, musa, attrice, fotografa, rivoluzionaria. Dal lavoro come operaia a Udine, ancora ragazzina, per mantenere la famiglia mentre il padre cercava fortuna in America, alla partenza per raggiungere quella terra lontana, promessa di un futuro migliore, dall’esordio al cinema, apprezzata per la sua bellezza “esotica” e la spontaneità, alla scoperta della fotografia, anche grazie all’amante prima e compagno poi Edward Weston, fino all’impegno politico, intenso, appassionato, totalizzante, quella proposta è una vera e propria immersione nel fermento, nelle speranze e utopie – ma pure nelle estreme delusioni – della prima metà del Novecento, alla conquista del diritto di essere, guardare, conoscere e, nel caso della Modotti, pure, far vedere.
Artista per vocazione ma non per definizione – la contestò sempre – la Modotti si è mossa su più campi per rendersi strumento utile alla lotta dei più deboli. Sono gli anni della rivoluzione messicana, poi quelli dei servizi segreti in Russia e della guerra civile spagnola. Nel mezzo, i grandi amori, da Weston a Vittorio Vidali. E le importanti amicizie, da Diego Rivera e Frida Kahlo, con cui ebbe un’intensa relazione, a Robert Capa e Gerda Taro.
Anno dopo anno, scatto dopo scatto – e non solo – il libro segue in modo appassionato e puntuale la Modotti nelle sue tante rivoluzioni, combattute come donna, come italiana – manifestò attivamente per la liberazione di Sacco e Vanzetti – come fotografa e dunque “testimone” privilegiato, come militante, rileggendo il ruolo avuto e le tante speranze grazie pure all’esame di carteggi, interviste, materiali dimenticati, memorie.
Una lettura unica di un personaggio che ha contribuito a scrivere alcune pagine intense del Novecento, nel cuore dell’azione e del pensiero.
Vedi la scheda del libro
Tina Modotti hermana
di Valeria Arnaldi
(Le foto che seguono sono tratte dal libro)
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Tina Modotti hermana
di Valeria Arnaldi