Brassaï arrivò a Parigi di notte, nel 1924. Aveva 26 anni. Aveva combattuto in cavalleria durante la Prima guerra mondiale. Aveva vissuto a Berlino dal 1920. Frequenta le avanguardie. Montmartre. Attraversa la città in lungo e in largo. Di notte e di giorno. La fotografa con l’occhio dello studente di Belle Arti di Budapest che era stato. Nel 1933 pubblica il suo primo libro fotografico, Paris de nuit. L’amico scrittore Henry Miller proclama Brassaï «l’occhio di Parigi».
Henry Miller era arrivato a Parigi nel 1930, proveniente da New York («la grande squallida», la chiamava), in fuga dall’incubo del non riuscire a diventare scrittore. In fuga da due mogli e dalla relativa prole. Devastato dai debiti. A Parigi scrive per il Chicago Tribune (edizione europea) sotto falso nome. Frequenta il giro degli espatriati americani (la “generazione perduta”) e delle avanguardie. La sua scrittura viene fortemente influenzata dal movimento surrealista. Nel 1940, a seguito della disfatta francese e dell’invasione nazista, torna negli Stati Uniti. Nel 1956 pubblica Quiet Days in Clichy, un libro dedicato al periodo francese. Lo illustrano le foto dell’amico Brassaï.
Le immagini che qui vi proponiamo sono una selezione delle 27 foto di Quiet Days in Clichy, in mostra fino al 24 ottobre 2015 presso la Howard Greenberg Gallery di New York.
Come si può notare le foto hanno una loro unicità, sulle stampe originali infatti Brassaï indica il taglio per adattarle al formato del libro di Miller. Una rara lezione di tecnica da parte di uno dei più grandi fotografi del mondo.
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