Il famoso cantautore italiano Rino Gaetano (nome d’arte di Salvatore Antonio Gaetano) viene spesso ricordato per le sue canzoni ironiche e potenti, dietro le quali nascondeva un’attenta critica sociale al sistema politico.
Una storia molto particolare è legata alla sua morte, che sembrerebbe aver “predetto” in una delle sue canzoni più famose, ovvero La Ballata di Renzo.
Insieme scopriremo le analogie tra le frasi del testo della canzone e gli effettivi eventi capitati a Rino Gaetano il 2 Giugno 1981, giorno della sua morte. Sarà facile individuare una somiglianza, nonostante ancora oggi sia tutto poco chiaro.
Iniziamo dalla descrizione del suo tragico incidente, avvenuto nella notte del 2 Giugno.
Rino aveva solo 31 anni ed era alla guida di una Volvo 342, che percorreva via Nomentana a Roma. Per motivi sconosciuti la sua auto invase la corsia opposta e, proprio in quel momento, un camion sopraggiungeva dalla direzione opposta, colpendolo violentemente.
Quando i soccorsi arrivarono Rino Gaetano era ancora vivo, con ferite gravi al cranio e al torace che richiedevano un intervento tempestivo.
Tuttavia, l’ambulanza non ebbe successo e fu rifiutata da ben 5 ospedali romani diversi. Quando al mattino l’ospedale Gemelli accettò di prendersi carico del paziente, Rino era già morto.
C’è quindi stata la possibilità di salvarlo, ma purtroppo il destino ha deciso che non era quello il momento giusto.
L’elemento davvero straordinario è la predizione del cantautore, che nella sua canzone del 1970 La Ballata di Renzo sembra aver descritto quasi perfettamente la scena.
La canzone parla di un incidente stradale, avvenuto a Roma, dove il protagonista non riesce a sopravvivere perché tre ospedali diversi rifiutano di accettarlo.
Addirittura, nel testo si leggono i nomi di tre dei cinque ospedali che hanno effettivamente evitato di salvare Rino Gaetano; una coincidenza incredibile.
Ecco qualche riferimento al testo per capire meglio:
“Quel giorno Renzo uscì, andò lungo quella strada quando un’auto veloce lo investì. Quell’uomo lo aiutò e Renzo allora partì per un ospedale che lo curasse, per guarir”
[…] “La strada molto lunga s’andò al San Camillo e lì non lo vollero per l’orario. La strada tutta scura s’andò al San Giovanni e li non lo accettarono per lo sciopero […] s’andò al Policlinico ma lo respinsero perché mancava il vice Capo”.